Il disastro aereo avvenuto alle 17,05 del 4 Maggio 1949 a Superga che stroncò tragicamente le vite di calciatori, dirigenti e allenatori della squadra del Torino ed anche di alcuni giornalisti, oltre ovviamente ai membri dell’equipaggio dell’aereo, è sicuramente uno degli avvenimenti più tristi che lo sport italiano in generale possa mai ricordare; un vero fulmine a ciel sereno che ricorda, per i più giovani, quello che ha recentemente colpito la squadra brasiliana della Chapecoense.
Quando si dice il ’fato’, quando da qualche parte era già scritto che doveva andare così…perchè la triste casualità è che l’aereo riportava la squadra a casa dopo una partita amichevole disputata a Lisbona contro il Benfica, amichevole voluta dai due capitani Ferreira e Valentino Mazzola, molto amici tra loro. Doveva essere la partita di addio al calcio di Ferreira ed invece è stata la partita di addio per il grande Torino; forse detto così suona un po’ male, però la scomparsa improvvisa di tutta una squadra è una tragedia davvero difficile da mandare giù, ed il fatto che forse quell’amichevole si poteva fare un giorno prima o dopo, o forse addirittura non fare, resterà per sempre il rimpianto più grande.
Il Toro attraversava un momento meraviglioso
La seconda Guerra Mondiale aveva già tolto di fatto due scudetti alla squadra granata, comunque reduce da una scia positiva di quattro scudetti consecutivi ed una Coppa Italia; anche la Nazionale italiana era composta per dieci undicesimi da calciatori del Torino, fatta eccezione per il solo portiere che era Sentimenti IV, estremo difensore della Juventus. Il Torino era davvero fortissimo in quegli anni, e l’eco delle sue imprese si spinse anche oltreoceano, tant’è che l’imminente stagione 1948-1949 si aprì per i campioni d’Italia in carica con una lunga tournèe in Brasile.
C’era l’allenatore inglese Leslie Levesley alla guida tecnica del grande Torino, ed il presidente Ferruccio Novo orgoglioso e fiero di essere al timone di questa squadra così bella e forte, si godeva i suoi campioni Bacigalupo in porta, Ballarin e Maroso terzini di fascia (con Operto e Tomà eventuali rincalzi), Rigamonti al centro della difesa con i due mediani Grezar e Martelli, che a loro volta potevano contare sulla disponibilità di Castigliano e Fadini come eventuali alternative. A centrocampo giocavano poi Valentino Mazzola e Loik, ed il tridente offensivo era formato dal centravanti Gabetto, supportato dalle due mezze punte esterne Franco Ossola e Romeo Menti.
L’amichevole contro il Benfica
Campionato 1948-1949, il Torino, dopo un esordio in campionato abbastanza soft che vide quell’anno addirittura la Lucchese andare in testa alla classifica dopo le primissime giornate, iniziò poco a poco ad ingranare la quarta, fino a portarsi saldamente al comando della graduatoria in appena dieci giornate, con Inter e Sampdoria a mettergli pressione. Assicuratosi il titolo di campione d’inverno con 3 punti di vantaggio sul Genoa, Inter, e la tenace Lucchese, nel girone di ritorno, alla 23esima giornata, il Toro riuscì ad allungare le distanze dagli inseguitori portandosi a +6 su Inter e Sampdoria, ma poi i nerazzurri si riportarono sotto e giunsero al giorno dello scontro diretto con soli 4 punti di gap.
Il match contro l’Inter era in programma il 1o Maggio ma, su espressa richiesta della squadra granata, venne anticipato al 30 Aprile per permettere ai granata di mantenere un impegno precedentemente preso con il Benfica e disputare un’amichevole in onore al suo capitano Ferreira che giocava la sua partita di addio. Inter-Torino finì 0-0 e, a 4 giornate dalla fine del campionato, i granata conservarono i 4 punti di vantaggio sui nerazzurri, cosa che in pratica significava per loro il quinto scudetto consecutivo. Il presidente Novo diede il suo visto positivo per l’amichevole di Lisbona, ed il Torino partì alla volta del Portogallo.
Il disastro aereo
Quando davvero si dice ‘colpa di tutta una serie di combinazioni’…quando il destino di certe persone è già segnato e non si può fare nulla per cambiarlo; si potrebbe riassumere proprio così la tragedia che fece sparire il grande Torino dalla storia del calcio, perché in effetti le coincidenze e gli incastri degli avvenimenti avrebbero potuto essere diversi, e magari non sarebbe successo nulla. La società granata aveva preso degli impegni per alcune amichevoli da disputare infrasettimanalmente nel corso della stagione, ed in un primo momento era stato deciso che il Toro dovesse esibirsi il 4 Maggio a Cagliari contro la squadra locale che allora militava in serie C.
Fu proposta invece un’amichevole contro il Benfica che avrebbe garantito maggiori introiti, e la dirigenza granata, in armonia con i sardi, optò per lo spostamento dell’amichevole in Sardegna a fine stagione, e scelse di accettare l’invito per andare a giocare in Portogallo. Il trimotore Fiat G 212 delle Avio linee italiane partì alle 9,40 di Mercoledì 4 Maggio da Lisbona, fece scalo a Barcellona alle 13,00, ed alle 17,03 si schiantò fatalmente contro il muro di cinta della Basilica di Superga, stroncando la vita a ben 31 persone e facendo scomparire il grande Torino dal mondo del calcio.